Post

Visualizzazione dei post da gennaio, 2018

il viaggio di Odisseo

Immagine
Odisseo  e il nuovo modello letterario Schema dell'opera: la  Telemachia  (libri I-IV): i primi quattro canti dell’ Odissea  sono dedicati al figlio di Ulisse,  Telemaco . I viaggi di Odisseo  (libri V -XII): narrano il naufragio di Ulisse a seguito della furia di Poseidone presso i  Feaci , nell’isola di  Scheria , e la sua permanenza sull’isola. Segue la narrazione di alcune sue imprese. Il ritorno e la vendetta di Odisseo  (libri XIII - XXIV): qui vengono trattati il  ritorno ad Itaca  di Ulisse e la sua vendetta contro i Proci. Presentazione teatrale        Il mio odisseo :Roberto Vecchioni Ulisse e il mito Diverse sono le interpretazioni del viaggio di Odisseo, passiamo in rassegna le più significative. 1)  un percorso reale : il viaggio rifletterebbe le reali esperienze di navigazione sia a carattere esplorativo, sia commerciale. 2 ) memoria e trasfigurazione di vicende s...

Omero nel Baltico

Immagine
la criticaimpura centrostudilaruna Felice Vinci Sin dai tempi antichi la geografia omerica ha dato adito a problemi e perplessità: la coincidenza tra le città, le regioni, le isole descritte, spesso con dovizia di dettagli, nell' Iliade  e nell' Odissea  ed i luoghi reali del mondo mediterraneo, con cui una tradizione millenaria le ha sempre identificate, è spesso parziale, approssimativa e problematica, quando non dà luogo ad evidenti contraddizioni: ne troviamo vari esempi in Strabone, il quale tra l'altro si domanda perché mai l'isola di Faro, ubicata proprio davanti al porto di Alessandria, da Omero venga invece inspiegabilmente collocata ad una giornata di navigazione dall'Egitto. Così l'ubicazione di Itaca, data dall' Odissea  in termini molto puntuali – secondo Omero è la più occidentale di un arcipelago che comprende tre isole maggiori: Dulichio, Same e Zacinto – non trova alcuna corrispondenza nella realtà geografica dell'omonima isola n...

omero o una donna?

Immagine
Non è Omero l’autore dell’Odissea. E’una donna. Una poetessa che abitava in Sicilia. A Trapani. Si nascondeva sotto le sembianze di Nausicaa, figlia del re dei Feaci, Alcinoo, che nel poema accoglie il naufrago Odisseo e ascolta in flash-back le sue incredibili avventure. Ad affermarlo più d’un secolo fa è lo scrittore inglese Samuel Butler, considerato un dandy stravagante, che nel 1897 scrive il libro “The authoress of the Odyssey” (L’autrice dell’Odissea) edito in Italia da Altana. Un’ipotesi affascinante sposata appieno da un connazionale di Butler, tale Robert Graves, che nel 1992 scrive il romanzo “La figlia di Omero” edito da Guanda. E non tarda a giungere, sempre nel 1992, un saggio sul medesimo argomento ad opera dello scrittore francese Louis Paret titolato “L’Odissea di Omera”. E ancora in tempi più recenti lo statunitense Andrew Dalby, sostenendo l’ipotesi di Butler, scrive il libro “Rediscovering Homer”. Alla luce di queste fonti letterarie l’Associazione culturale “C.r...

Tra Circe e Penelope.

 La grande lezione di Omero sulla donna e il matrimonio di Mitchell Kalpakgian La grande epica di Omero sulla famiglia come fulcro di civiltà presenta due differenti tipi donne: donne che sono per il matrimonio e per la famiglia e donne contro il matrimonio e contro la famiglia. Penelope, la fedele moglie di Ulisse che aspetta per vent’anni il ritorno del marito dalla guerra e dall’esilio, difende la sua casa dai pretendenti che vogliono sposarla ed ereditare la sua ricchezza. Cresce il figlio Telemaco in assenza del padre, accoglie chi la visita con magnanimità ed è l’anima di una casa che rappresenta un ideale di civiltà: per costumi, etica e cultura. Una casa di cui difende da sola la stabilità. Omero per questo le tributa i più grandi onori: “La fama della sua virtù non morirà mai. Gli dei immortali eleveranno un canto in lode di Penelope e del suo dominio di sé”. La regina Areta e il re Alcinoo danno il benvenuto a Ulisse nella terra dei Feaci con tutte le attenzi...

donne e dee

Immagine
Calipso, chiara tra le dee - Od, V 148-224 Lei si recò dal magnanimo Odisseo, la ninfa possente, quando ebbe udito il messaggio di Zeus. Lo trovò seduto sul lido: i suoi occhi non erano mai asciutti di lacrime, passava la dolce vita piangendo il ritorno, perché ormai non gli piaceva la ninfa. Certo la notte dormiva, anche per forza, nelle cave spelonche, senza voglia, con lei che voleva; ma il giorno, seduto sugli scogli e sul lido, lacerandosi l’animo con lacrime, lamenti e dolori, guardava piangendo il mare infecondo. Ritta al suo fianco gli parlò, chiara fra le dee: «Infelice, non starmi qui a piangere ancora, non rovinarti la vita: ti lascerò andare ormai volentieri. Ma su, taglia dei grossi tronchi con l’ascia di bronzoe costruisci una zattera larga: sopra conficca dei fianchi, perché ti porti sul fosco mare. Io vi porrò in abbondanza del cibo, acqua e rosso vino, che ti tengano lontana la fame; ti coprirò di panni; ti invierò dietro un vento, perché possa giungere incolume n...

calipso

Immagine
Calipso in greco significa “occultatrice” ed in effetti questa dea, solitaria come nessun’altra, riesce a tenere occultato Ulisse per un periodo di tempo lungo ben sette anni, il periodo di tempo necessario a Saturno perché molti dei suoi sudditi decidessero di considerare morto il loro re. Ed in effetti l’isola di Ogigia ha le caratteristiche di un regno ai confini del mondo, il mare intorno è deserto e dalle terre non sale il fumo dei sacrifici. Ulisse vi arriva naufrago, quasi morto, privo di tutti i compagni, dopo aver compiuto il suo viaggio all’Ade, dove ha incontrato le anime dei compagni morti e della madre. Calipso lo salva dal mare e ne cura il corpo stanco e ferito, ma sulla sua isola il tempo scorre lentissimo; come il giardino delle Esperidi, come i Campi Elisi, Ogigia non è un luogo per vivere, ma per conoscere. Dopo questa lunga analisi Ulisse, che tutti i giorni piange sullo scoglio più esposto guardando il mare, è di nuovo pronto per riprendere a navigare. Calipso...

donne e dee

Immagine
l'uomo e la fanciulla Nausica - Odissea VI 148-197 Traduzione d'autore (S. Quasimodo) E sùbito le disse soavi, accorte parole: "Ti supplico, o potente, in ginocchio. Sei tu forse dea o mortale?  Se alcuna delle dee tu sei del vasto cielo,  per la bellezza del volto, e l'alta statura, e l'armonia delle forme, tu mi sembri Artémide, figlia del sommo Zeus: tanto le somigli.  Ma se mortale tu sei che vive in terra, tre volte beato il padre e la nobile madre, e beati tre volte i fratelli. Certo il loro cuore è tenero di gioia per te, freschissimo stelo, quando muovi alla danza. Ma più di ogni altro, felice nel cuore chi supera i rivali coi doni di nozze e ti conduce con sé nella casa, poi che i miei occhi non videro mai creatura mortale, né uomo né donna, simile a te, e stupore mi vince a guardarti. Un giorno, in Delo, presso l'ara d'Apollo così, come te, io vidi un giovane stelo di palma levarsi in alto. Io fui anche là, con molta gent...

Odisseo e Nausica

Immagine
Breve commento Nella letteratura egiziana del II millennio a.C. era diffusa la leggenda del cosiddetto"marinaio naufragato": il protagonista, un viaggiatore per mare, dopo aver fatto naufragio,approdava a una terra dai tratti fantastici, abitata da un popolo pacifico e ospitale e veniva aiutato da una principessa del luogo, che poi si rivelava essere destinata a lui come sposa. Nella letteratura fiabesca e nel folclore, inoltre, era presente un altro tema tipico, quello dell'arrivo di un pretendente sconosciuto, che alla fine vinceva su tutti gli avversari e si rivelava nobile, conquistando la sua sposa. Anche l'Odissea si richiama a questi elementi noti all'immaginario collettivo; con il VI libro, infatti, inizia la narrazione degli eventi nella terra dei Feaci, dove Odisseo arriva nuovamente solo e privo di mezzi: tipici dunque il  tema del naufragio,dell'approdo in terra straniera, dell'ospitalità ; tuttavia, vi è la significativa originalità dell...

donna angelo

Immagine
La figura di Nausica si prefigura come prototipo della "donna angelo", creatura sublime che fa da tramite tra l'eroe e la sua salvezza. In particolare, dal XII secolo il diffondersi dei valori cortesi porta alla rivalutazione della figura femminile. esempi celebri della trasfigurazione della donna in apparizione divina si ritrovano in Guido Cavalcanti ( Chiè questa che ven, ch'ogn'om la mira) e Dante Alighieri . In quest'ultimo già dalla Vita Nova fin alla Commedia Beatrice è colei che diviene strumento salvifico capace di condurre il poeta in cielo alla contemplazione di Dio. Un poeta a noi più vicino, Eugenio Montale , riprenderà la figura salvifica della donna angelo. In un mondo travolto dal catastrofico conflitto mondiale Clizia appare come unica speranza redentrice , simbolo di valori universali che possono consentire una nuova vita a tutti gli uomini. questi valori non coincidono con il cristianesimo ma hanno una valenza culturale: di fronte all...

nel mondo dell'ignoto

Immagine
L'identità di Odisseo si costruisce nel racconto dell'eroe alla corte dei feaci che occupa i canti IX- XII. il viaggio si svolge in un luogo irreale, popolato di mostri, streghe che porterà Odisseo fin nel regno degli inferi. Circe, la maga, e le Sirene sono accomunate dal canto, elemento che caratterizza le donne libere e tentatrici (anche Calipso). Circe vive in uno splendido palazzo e trascorre il tempo tra il canto e la tessitura ma possiede anche poteri magici: filtri, bacchetta, formule magiche. Figlia del Sole e zia di Medea. trasforma gli uomini in porci. Odisseo riuscirà a salvarsi solo grazie all'aiuto di Hermes che gli rivela l'antidoto alla maga (l'erba moly). Circe così da antagonista diverrà aiutante del nostro eroe, rivelandogli i passi da compiere per ritornare in patria. Presentazione e lettura (P.Rossi)   Odisseo e Circe. La misura e l'illimitatezza  (D.Fusaro) Quindi, per mezzo a le selve dell’isola, Ermète a l’Olimpo fece r...

Circe

Immagine
La maga Circe Varie teorie si presentano su chi fosse la maga Circe e, in particola, dove collocare il suo palazzo. Trova coincidenza il fatto che nel Circeo vi si trovasse, a dir degli antichi romani, un'erba miracolosa contro i veleni. Ulisse per annullare gli effetti dei filtri di Circe mangerà quest'erba e così potrà salvare i suoi compagni. Potenzialmente l'antica città dei Circei doveva essere abitata ancora dai suoi costruttori che periodicamente diminuivano di numero in quanto dovevano badare alle greggi che stagionalmente facevano transumare nei vicini monti al di là della pianura Pontina. Rimaneva a guardia della rocca un gruppo di uomini, forse comandati da una bella regina. Questo nucleo suppliva alla sua ridotta entità numerica con l'astuzia e l'approntamento di trappole. Non si può escludere che i compagni di Ulisse caddero prigionieri a causa di queste trappole e furono rinchiusi nei recinti vuoti delle greggi dei Circei. Da quanto detto si spiega l...

La nekyia

Immagine
la discesa agli inferi La discesa nel mondo dei morti è un topos che si riscontra in molte narrazioni (Eracle, Teseo, Orfeo,...)e ricorda un mito di morte e resurrezione che è legato al culto della Grande Madre, simbolo della vegetazione e dei cicli vitali. Sembrerebbe di vedere in questa immagine, che nell' Odissea a differenza degli altri miti si lega alla conoscenza e non alle imprese eroiche, un riferimento ai culti misterici e alle divinità ctonie che, seppur assenti nell'Iliade e nell'epica tradizionale, conosciamo attraverso testi letterari e non letterari e ritrovamenti archeologici. Nella profezia di Tiresia emerge il rappporto tra destino e responsabilità dell'uomo, altro elemento di novità rispetto all'Iliade. così come diversa è profondamente la rappresentazione della morte, le anime dei defunti soffrono infatti per la privazione di tutto quanto è legato alla vita terrena e nessuna consolazione deriva dalla gloria e dalla memoria lasciata ai poste...

Anticlea, la madre

Immagine
Odisseo apprende solo ora della morte della madre e questo evento si configura per lui come l'ennesima prova non meno difficile del confronto con mostri e streghe. si tratta della presa di coscienza del proprio passato nel profondo affetto per la madre. Forse è l'unico passo in cui è possibile osservare Odisseo nella sua verità, senza filtri o maschere della retorica e della metis. Odissea XI 152-208 Io lì fermo restai, finché mia madre sopraggiunse che bevve il nero sangue e mi conobbe, e tra il pianto disse a me parole alate:  «Come scendesti, figlio mio, da vivo nell’ombra tenebrosa? Arduo è vedere questi luoghi, ai viventi. E grandi fiumi vi sono in mezzo, e orribili correnti,  e l’Oceano, anzi tutto, che uno a piedi non può varcare, se una bella e salda nave non abbia...». Disse; e allora parlando io le risposi:  «O madre mia, necessità mi spinse quaggiù nell’Ade, a interrogare l’ombra del tebano Tiresia; e non ancora  giunsi presso all’Acaia, e non ancora...